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134 | i processi di roma |
denza, ně ostentare in tali casi la clemenza, chè ogni virtù giunta all’eccesso diventa vizio colpevole e dannoso.
Così lo stuolo dei neri corvi aveva ammonito e impaurito il povero vegliardo: ed erano questi i pensieri che colle fantasmagorie delle schiere armate, e delle battaglie, e delle rivolte, e delle mine, tornavano più spesso a travolgere la sua testa vacillante; sì che i tepidi sentimenti della compassione e della benignità restavano in quel turbine soffocati e dispersi.
XXXII
Scene intime del Vaticano.
Stava il Pontefice raccolto in quella meditazione, di cui abbiamo dato un’idea, quando un camerario bussò discretamente alla porta; poi a un cenno del Papa entrò nella stanza. S’inginocchiò sulla soglia, e disse:
— Santità, l’eminentissimo Baldoni domanda la grazia d’essere ammesso al bacio del santo piede.
Pio IX si levò in piedi, appoggiandosi all’inginocchiatoio, e con due o tre passi lenti e stentati si ridusse a sedere in un soffice seggiolone di velluto.
Stette alquanto immobile e come irresoluto, poi si volse al camerario, sempre inginocchiato, e gli disse:
— Venga Baldoni.
Il camerario si levò ed uscì.
Dopo un istante si riaperse la porta; entrò nella stanza il cardinale Baldoni, e si genuflesse.
Il Papa gli fe’ cenno di alzarsi, e di venire innanzi.
— Venite, figliuolo, disse: la vostra visita è benvenuta in questo momento.
— Voglia il Signore che io sia esaudito nella grazia, che vengo a domandare a Vostra Santità, disse il cardinale.
— Voi venite a chiedere la grazia di due condannati!
— Sì, beatissimo Padre.
— Dunque, voi siete del parere, che l’accordare questa grazia sarebbe cosa opportuna?
— Io credo che sarebbe l’opera più buona che Vostra Santità possa eseguire in questo momento.
Pio IX stette alquanto pensoso in silenzio, poi soggiunse, ripetendo ciò che gli era stato detto all’orecchio ben cento volte in quei giorni:
— Eppure è necessario un esempio! così dicono tutti.