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monti e tognetti 133


In tale occasione i Pontefici sogliono mettersi in orazione colla sentenza sotto le ginocchia, invocando, come dicono, la ispirazione divina, per decidersi ad approvare la condanna, oppure a far grazia della vita ai condannati.

Papa Pio IX stava dunque in quella mattina inginocchiato sulla sentenza di Monti e Tognetti.

Il bassorilievo, sul quale teneva intento lo sguardo, rappresentava la santissima Trinità, il Padre Eterno in sembianza di vecchio venerando, alla sua destra il Figliuolo in figura di Salvatore, col simbolo della redenzione fra le braccia, e sopra essi lo Spirito Santo in aspetto di colomba di pace. Ognuna di quelle figure, considerata secondo le credenze cristiane, doveva ispirare sentimenti di mansuetudine nella mente del vecchio sacerdote. Il Creatore rappresenta la paternità col suo inesauribile affetto; il Redentore del mondo è la personificazione più commovente del perdono; lo Spirito Paracleto rende visibile e toccante il vincolo d’amore che stringe l’uomo al suo Dio.

Ahimè! non erano queste considerazioni spirituali, non erano i sublimi precetti dell’Evangelio, che tenevano occupata la mente del vecchio in quei solenni momenti. Il suo pensiero vagava sulle grandezze temporali del soglio, abbracciava la sede dei Cesari, venuta in potere del prete coronato, raccapricciava per gli sforzi dei ribelli che vogliono rovesciare il suo trono, si compiaceva nel novero delle baionette e delle bocche da fuoco, che stanno in difesa della sua sovranità, e trasvolava più lontano nei campi insanguinati di Mentana, e gli pareva di ascoltare il rimbombo dei fucili chassepots, e credeva di vedere un branco di camicie rosse, lacere e disperse, e la bandiera francese e la papale, insieme conserte, piantarsi vittoriose in mezzo alla strage.

Eppure, fra quelle nebbie dell’orgoglio si facevano strada i miti consigli della pietà. Egli, vecchio cadente, spingere nel sepolcro due vite rigogliose e fiorenti! E sarebbe stata tanto bene la parola del perdono sulla bocca di un sacerdote!

Questi pensieri erano baleni fugaci in mezzo a una tenebra fitta. I consiglieri, i confidenti, i confessori, e cardinali, e prelati, e gesuiti, gli avevano susurrato lungamente all’orecchio, che l’unica via di salvare il papato e la Chiesa era la severità, che i nemici della religione avevano colmo il sacco della nequizia, che spargere il sangue di due ribelli era opera pietosa, perchè con questo s’impediva il traviamento di mille innocenti, che il perdono sarebbe stato, più che periglioso, funesto e irreparabile danno, perchè dalla mitezza i nemici traevano maggiore ardimento, e sarebbe venuto il tempo che avrebbero soverchiata ogni possa, ogni riparo, e che era un tentare Iddio fidare ciecamente nel suo aiuto, senza por mano agli argomenti umani, e non si doveva abusare della Provvi-