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124 i processi di roma

fu solo, corse ad affacciarsi al parapetto, e rivolse la sua attenzione da quella parte dove stavano a lavorare i forzati. Si accorse allora che in quel giorno erano passati a un altro posto molto più vicino a quello dove egli si trovava stavano sul tetto di un corpo di fabbrica che faceva parte del maschio, ma non giungeva all’altezza maggiore dell’edifizio.

Alcuni galeotti erano stati scelti per eseguire tutte le opere muratorie di riparazione di cui avevano bisogno i fabbricati del forte: ed erano quelli appunto che nel giorno innanzi il prigioniero aveva visti a lavorare in una terrazza, e in quel dì erano passati sopra un tetto vicino.

Curzio li osservò con attenzione; se da quelli era provenuto l’avviso, senza dubbio con essi si avvicinava anche il soccorso. Così pensava, quando si avvide che uno dei condannati, colto il momento in cui i suoi compagni erano volti da un’altra parte, fece verso lui un rapido cenno, di cui esso non comprese bene il significato; ma pareva che volesse dire: Aspettate.

Non v’era dubbio, era da quella parte ch’egli aveva un amico. L’idea che si trattava di un galeotto mosse un istintivo ribrezzo nell’animo del giovane. Ma poi pensò che poteva anche essere un patriota condannato agl’infami ferri della galera per causa politica, e si decise di accettare l’ajuto che quegli non avrebbe tardato ad offrirgli.

Pure egli aspettò invano un altro segno; passò l’ora intera senza alcuna novità, e il sergente profosso, puntuale e inesorabile come il tempo, venne ad aprire la porta della cella, e a riserrarla, dopo ch’esso fu entrato.

Curzio passò quella notte in una agitazione continua; erano passati due giorni, dacchè gli era pervenuta la notizia della condanna; certamente la esecuzione era vicina. Nel suo modo di sentire magnanimo ed entusiasta lo starsene inoperoso in tale frangente era un delitto, anche per lui così chiuso guardato a vista nella cinta d’una fortezza; a costo di frantumarsi il capo od essere crivellato dalle palle egli doveva tentare di evadere. Non sarebbe forse riuscito a giovare a’ suoi compagni. Non importa: egli sarebbe morto com’essi; e il salvamento della sua vita non avrebbe lasciato sul suo nome il sospetto di un’impunità comprata a prezzo del tradimento.

In questi pensieri vagò per tutta quella notte e nel di seguente, sicchè quando vennero ad aprirgli la porta pel consueto passeggio, egli aveva già fermato fra sè e sè un proposito disperato.