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monti e tognetti | 7 |
— Dove? gridò Maria con ispavento.
— Qua vicino... a vedere un amico.
— Ah no! tu non vuoi ritornare.
— Ti giuro che devo veder Curzio qui a mezzogiorno; e mancano pochi minuti. Sta sicuro che vado e ritorno sul momento.
Tognetti aveva appena finito di pronunziare queste parole, e strette le mani della madre fra le sue affettuosamente, stava per avviarsi, quando s’intese a bussare la porta. Maria andò ad aprire.
Una signora dall’apparenza aristocratica, tutta vestita di nero, e col capo coperto di un velo, che scendeva a celarle la faccia, apparve sulla soglia.
II.
Il segreto di una madre.
Maria non si mostrò punto sorpresa della visita; pareva ch’essa aspettasse quella persona.
La signora sconosciuta si fermò sulla porta, e chiese piano a Maria.
— Chi è quell’uomo?
— Non temete, signora, riprese a bassa voce la povera donna. È mio figlio.
Poi siccome pareva che quella esitasse, aggiunse più piano:
— Entrate pure!
Mentre la signora si avanzava nella stanza, Gaetano meravigliato trasse in disparte la madre, e le chiese:
— Chi è quella signora?
Maria parve imbarazzata a rispondere, e mormorò fra i denti:
— È una... mia amica.
― Ohe mamma! soggiunse Tognetti in tuono faceto. Tua amica una signora di quello stampo! Se tu non fossi quella brava donna che sei, faresti pensare...
E sorridendo il giovane baciò la mano alla madre, e mosse verso la porta.
Maria lo fermò per un braccio, e disse con tuono espressivo:
— Dunque ritorni!
— Fra cinque minuti, rispose Gaetano. Anzi se viene Curzio gli dirai che mi aspetti.
— Pensa, replicò la madre, che mi lasci nella maggior angoscia.