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114 | i processi di roma |
— Aspetti!... Sì, vi sarebbe un mezzo. Questa sera, oltre alle sale, sarà illuminato anche il giardino, al quale si discende per una scala della loggia superiore, e vi si recheranno gli invitati a passeggiare. La Tognetti potrebbe introdursi per una porticella, che dal vicolo qui vicino mena al giardino, e là potrebbe starsene nascosta fra i cespugli, finchè le capitasse agio di parlare colla padrona.
— Va bene; al rimanente penserò io, disse l’avvocato.
— Or bene, io posso procurarle la chiave della porticina.
— Siate benedetto!
Il vecchio uscì dalla stanza, e ritornò, dopo qualche minuto, con una chiave.
— Ma badi, disse, se qualcuno venisse a sapere che io le ho affidata questa chiave, sarei rovinato.
― State sicuro, buon Giuseppe.
— Io pongo in sua mano l’avvenire della mia famiglia.
Così dicendo, il cameriere porse la chiave a Leoni.
— Queste sono quelle azioni, disse l’avvocato, per cui non bastano i ringraziamenti. Vi ricompensi il cielo della vostra misericordia.
— Così potesse quella poveretta ottenere l’intento!
Leoni strinse la mano al vecchio cameriere, e corse a casa della Tognelli, alla quale consegnò la chiave colle opportune istruzioni.
XXVII
La festa da ballo.
Le sale della principessa Rizzi erano illuminate; la musica vi spandeva i suoi concenti: si ballava.
La principessa aveva la morte nel cuore. Essa sapeva come il suo Curzio si trovasse nella fortezza di Civita-Vecchia, e conoscendo il suo carattere, e i motivi della sua detenzione, tremava per i pericoli che gli sovrastavano continuamente, e più tremava per l’avvenire. Se anche riusciva a Monsignor Pagni di tenerlo illeso finchè durava quel malaugurato processo, che avverrebbe dopo quando egli fosse in libertà? A che cosa lo avrebbe spinto quell’indole focosa, e il desiderio di vendicare i suoi compagni? Dovevano dunque tenerlo sempre in istato di prigionia? E così non sarebbe egli deperito egualmente per giungere al suo fine?
Tali erano i pensieri angosciosi che occupavano il suo cuore, ai quali si aggiungeva, come aveva pensato Leoni, il pungolo del rimorso. Difatti per giovare a suo figlio, per ottenere una salvezza, che non avrebbe forse