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„ seconda un prodotto della cultura c dell’arte . „ Fin qui il famoso Blair.
XXXVI. Ora io la discorro così. Se è vero che ’I buon gusto debba considerarsi, secondo i pensamenti del riferito scrittore, come una facoltà composta della sensibilità naturale pel bello e dell’intelletto perfezionato: chi mai potrà persuadersi che questa moderna foggia di scrivere sia bella e batta la via del buon gusto, perchè molce le orecchie colle sue non poche melodiche ed armoniche grazie, quando le offende poi con altre melodie or dure or leziose ora stravaganti or capricciose? Quando le stanca con un giro eterno di modulazioni, e giugno a straziarle ancora con altre stranissime e barbariche? Quando le stordisce ed assorda con una quantità incredibile di musicali e bellici strumenti? Quando co’ suoni acutissimi de’ violini e degli ottavini ne trafigge le tempie ed il cervello? E perciò che riguarda il piacer dell’intelletto: come potrà mai dirsi che ’l buon gusto sia dalla sua banda, quando ciò che dessa può aver di bello d’ingegnoso di dotto vicn poi non di rado deturpato, non dirò solo dall’inosservanza, ma talora da un impudente disprezzo delle regole armoniche? Quand’è negligente nell’esprimere le varie passioni dell’animo; anzi quando abusa della poesia a segno d’esprimere talvolta l’opposto di ciò ch’ella dice? Quand’è mancante d’unità negli andamenti de’ suoi pezzi; quando unisce varj movimenti fra loro discrepanti; quando frammischia i modi; quando confonde lo stile (17)?