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che ne debbono esser giudici que’ soli che conoscono a fondo quelle arti belle. E della musica, ch’è forse tra quelle la prima, sarà poi permesso a qualunque persona giudicarne senza intelligenza o con pochissima , credendo che possa a ciò bastare un orecchio, talvolta mal conformato? Ma e chi potria mai tenersi, se un si stravagante discorso far si volesse sul serio? E pure è cosi! Ognuno si fa lecito parlare e giudicar di musica. E ove trattisi, per esempio, di pittura si va con riguardo per non cader nel ridicolo: qualora poi ragionisi di musica, niuna considerazione può raffrenare la loquacità di chicchessia. Ma è forse più facile parlar giudiziosamente di quest’arte, che delle altre? Tutt’al contrario, se mal non m’appongo: mentre la musica non ha in natura un tipo cosi materiale, come l’hanno la pittura e la scultura in tutti gli oggetti visibili dell’universo: ond’è che rapporto a queste siamo in istato di giugnere più agevolmente a discernere il vero bello dal falso, e a non rimaner si facilmente ingannati; ma quanto al bello della prima, non avendone verun modello materiale, quant’è più facile che c’inganniamo nel discernimento del vero dall’apparente (16)?

XXIX. Nulladimeuo, se tutto andasse a finire in sole parole, ciò poco o nuli» monterebbe: il peggio si è che pretenderebbono costoro persuaderci bella e di buon gusto quella foggia di scrivere, cui danno tanta lode, sol perchè piace all’orecchio, non avvertendo o non volendo avvertire che, se nella musica avvi il piacer del senso, avvi quello ancora dell’intelletto.