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nè retta pronunziazione della lingua cui viene adattata la musica; e l’abbiamo finalmente considerata sotto l’aspetto di ritmo .
XXII. Or che mi resta se non che rispondere a quelle obbiezioni che mi si potrebbon fare da chi discordasse da’ miei sentimenti, avendone impegnata la mia parola sul finire della precedente Dissertazione? Son dunque pronto a soddisfare all’impegno contratto, ed incomincerò da quella che sembra la più grave. Fu ella esposta da me in questi termini: come avessi io mai trovato tanto da piatire contro certa moderna musica, allor che tanto di mondo le fa plauso.
XXIII. E qui io ben m’accorgo, Accademici ornatissimi , d’avere a superare un forte pregiudizio, che milita contro di me, consistente nella pubblica opinione che -crede degno di lode ciò che io per tanti capi vi ho dimostrato biasimevole (11). Ma se voi, come siete soliti praticare, mi ascolterete cortesemente, e come saggi imparzialmente bilancerete le ragioni che son per addurre alla rispettabile presenza vostra, son certo che un cotal pregiudizio punto non v’impedirà di conoscerle e di valutarle ancora, qualor le troviate d’un giusto peso.
XXIV. Qual può esser dunque la ragione per cui una musica tanto, come si è provato, difettosa possa esser poi quasi generalmente applaudita? Voi già ben v’accorgete non potersi soddisfare ad una tale dimanda con una concisa risposta: e però permettetemi ch’io vada esaminando la cosa da’ suoi principi; e da questo esame, spero, vedrete poco a poco emergere