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che il compositore accenna colle parole: allegro, andante, adagio ec. che nella stessa misura i suoni possono succedersi in un ordine variatissimo (7); che talvolta si possono interrompere con delle pause; che finalmente possono questi suoni variarsi fra loro colla differenza del più grave e del più acuto; che possono staccarsi, o legarsi insieme e rendersi dissimiglianti con una quantità di altre modificazioni, che la voce umana principalmente può dare a’ suoni: e allora si comprenderà di leggieri che una sola specie di misura è suscettibile d’una varietà inesauribile . Intanto ciò che in generale abbiam detto finora fa comprendere, come un segui lamento di suoni indifferenti in loro stessi possa divenire piacevole ed acquistare un certo carattere, unicamente per mezzo dell’ordine della loro successione.

XIII. E qui, per nou essere accagionato di troppa minutezza, tralascio di riportare tutto ciò che ’l sullodato sig. Castillon, in forza del suo assunto, prosegue a dire distesamente di questa prima specie di ritmo , ch’è la più semplice; delle diverse specie del medesimo; del ritmo compasto; e delle varie maniere , onde si fanno tali composizioni: bastando al mio intento, che vi riporti soltanto il resultato delle sue ricerche, onde abbiate un idea sufficiente di ciò che sia il ritmo nella musica . Dice egli dunque altro non essere il ritmo in musica che la divisione periodica d’una successione di cose simili: divisione per mezzo della quale si unisce l’uniformità di tal successione alla varietà; talché un scotimento continuo, che sarebbe stato per tutto omogeneo, diventa variato