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e si ripartono le varie figure (tutte di valore diverso) delle quali è composto qualunque musicale componimento.
III. Considerando i progressi che di tempo in tempo ha fatto la musica, potrebbe taluno persuadersi che la misura fosse una invenzione de’ moderni: ma chi pensasse così la sbaglierebbe all’ingrosso; mentre anche gli antichi la conobbero la praticarono e stabilirono le regole su di questa materia. Credo fuori d’ogni dubbio che l’invenzione della misura sia stata quasi gemella dell’invenzione del canto; poiché questo non consiste già nella sola intuonazione, ma ben anche nella misura. Un canto senza misura sarebbe a un di presso come un discorso senza sintassi. Se tanto dunque sono uniti fra loro canto e misura, che, mancando questa, verrebbe anche quello a perdersi quasi totalmeute; sembra ch’io mi sia assai bene apposto dicendo che ’l ritrovamento d’ambedue sia stato quasi contemporaneo: molto più che si il cauto che la misura sono due cose che una non è meno naturale dell’altra (1).
IV. Ho detto essere al canto la misura, com’è la sintassi al discorso: nè senza ragione: imperciocché la sintassi è dessa, che concatena le parole, distingue le frasi e dà un senso un collegamento a tutto ’l discorso. Cosi a proporzione nella musica . Per mezzo della misura si concatena la progressione de’ suoni, che compongono la melodia, cioè dire, il canto, se ne distinguono le frasi, e dessa dà un senso un collegamento a tutto il discorso melodico. Figuriamoci un canto (per esempio) un solfeggio cui mancasse la