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regolari, perchè l'accordo non ne ammette di altra natura. La cosa è per sè stessa manifesta. Dissi che debbono aver relazione al modo, perché sarebbe un assurdo gravissimo che dopo l'accordo (per esempio) di terza minore si ascendesse a quello di terza maggiore .
VI. Seconda massima: Fintantoché dura la stessa frase si dee conservare la corrispondenza armonica. Mi spiego. Bisogna che l’armonia proceda con tale artifizio, che uno almeno de’ suoni dell’accordo antecedente venga prolungato, ed abbia luogo in quei del susseguente accordo . E quanti più saranno i suoni comuni a’ due accordi, tanto più perfetto riuscirà il collegamento di cui favello . Questa è una delle regole principali della musica composizione, trascurata la quale, ne verrà quasi sempre una cattiva armonìa
VII. Terza massima: Non basta che molti sieno gli accordi che uno dopo l’altro si succedono, ancorché fra loro ben legati, per costituire una perfetta frase armonica. Ed eccone la ragione . È verissimo, come di sopra si è stabilito, che il collegamento fa che si senta senza ripugnanza un accordo dopo l’altro; ma il primo di per sè non annunzia il secondo, nè lo fa desiderare, nè obbliga l’orecchio, pienamente soddisfatto di ciascuno degli accordi, a prolungare la sua attenzione sopra quello che vien dopo . Ci vuol necessariamente qualche altra cosa che unisca tutti questi accordi; che annunzi ciascun di loro come parte d’un tutto più grande che possa prevedersi; e