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„ con una musica conveniente e relativa, questo è quel„ lo che intendono così poco, che dimandano a’ loro „ poeti de’ piccoli versi tronchi, prosaici, irregolari, „ senza numero, senza armonia, frammischiati di pic„ cole parole liriche scorrere, volare, gloria, mormorio, eco, frondi, arboscello, sulle quali esau„ riscono tutta la loro scienza armonica. Essi comin„ ciano ancora qualche volta col fare le loro arie, e „ vi fanno in appresso aggiustar le parole dal loro „ versificatore. La musica è la padrona, la poesia è la „ serva, e serva così subordinata che all’opera appena „ uno s’accorge che sono versi quelli che si cantano. „L’antica musica sempre attaccata alla poesia la se„ guitava passo a passo, n’esprimeva esattamente il nu„ mero e la misura, e nou s’applicava ad altro che a „ darle maggiore splendore e maestà. Quale iinpres„ sione non dovea fare sopra un uditore sensibile u„ na eccellente poesia espressa cosi? Se la semplice „ declamazione ci strappa le lacrime, quale energia „ non vi debbe aggiugnere tutto l’incanto dell’armonìa, quando la rende più bella senza soffocarla? „

X. Ma non basta, Accademici ornatissimi, che la melodia sia espressiva, ch’è ciò di cui abbiamo fin qui ragionato: bisogna altresì ch’essa sia ben modulata, ed è quello che rimane adesso a vedere. La modulazione nella musica è l’arte di tener fermo, e all’uopo di variare il modo, e di ritornarvi di nuovo, non solo senza offesa, ma con diletto dell’udito (23). Ciò è lo stesso che dire, che la melodia, dopo una conveniente permanenza nel modo ossia tuono (24) da