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i nostri compositori! Sono aneli’ eglino ammirati da uua moltitudine, che non sa dubitare e ciecamente gli crede i restauratori, quando sono i corruttori del buon gusto della musica italiana. La cosa però degna d’esser maggiormente deplorata si è, che l’odierna gioventù, presso che tutta, si è data non solo ad imitarli , ma eziandio a ricopiarli servilmente, per le ragioni che di sopra v’ho esposte: ond’è che priva del genio de’ suoi esemplari ne copia bensì i difetti, ma non sa riprodurne le bellezze: e però, come vi dicea da principio, la musica andrà sempre di male in peggio.

LXIII. E quando mai vogliamo dunque sperare che possa aver fine 1* impero di questa riprensibil foggia di scrivere? Rammentatevi che questa musica fu da me notala nell’antecedente dissertazione col nome di rivoluzionaria per essersi ribellata dalle buone regole e per aver avuto incominciamento in tempo dell’ultima rivoluzione, quando le fantasie, riscaldate dalle massime di libertà e d’indipendenza politica, dettero impulso ancora alla rivoluzione delle idee musicali (43). Ora le rivoluzioni, come l’esperienza c’insegna, finché dura il fuoco eccitatore, proseguono la lor carriera, nè possono da ragion veruna esser calmale. Ed in vero un Chiabrera, un Redi, un Magalotti, un Filicaja, ed altri valenti scrittori, che nell’entusiasmo dell’età loro infelice presero a condannarne la strampalatissima maniera di prosare e poetare , ricondussero forse in un subito il gusto generalmente corrotto a quell’aurea semplicità del