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ARGOMENTO
Giunto Carino fra la lieta brigata de’ pastori, è invitato Opico vecchio a cantare: il quale, secondo l’uso de’ vecchi lodando il passato, e biasimando l’avvenire, canta con Serrano.
prosa sesta.
Mentre Ergasto cantò la pietosa canzone, Fronimo sovra tutti i pastori ingegnosissimo la scrisse in una verde corteccia di faggio; e quella di molte ghirlande investita appiccò ad un albero, che sovra la bianca sepoltura stendeva i rami suoi. Per la qual cosa essendo l’ora del desinare quasi passata, n’andammo presso d’una chiara fontana, che da piè d’un altissimo pino si movea, e quivi ordinatamente cominciammo a mangiare le carni de’ sacrificati vitelli, e latte in più maniere, e castagne mollissime, e di quei frutti, che la stagione concedeva; non però senza vini generosissimi, e per molta vecchiezza odoriferi, ed apportatori di letizia nei mesti cuori: ma poi che con l’abbondevole diversità de’ cibi avemmo sedata la fame, chi si diede a cantare, chi a narrare favole, alcuni a giuocare, molti sopravvinti dal sonno si addormirono. Finalmente io (al quale e per l’allontananza della cara patria, e per altri giusti accidenti, ogni allegrezza era cagione d’infinito dolore) mi era gittato a piè d’un albero, doloroso e scontentissimo oltra modo, quando vidi discosto da noi forse ad un tratto di pietra venire con frettolosi passi un pastore