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ANNOTAZIONI

all’Egloga Seconda.


Il fascino è un certo genere di stregamento, chiamato anche mal d’occhi, che si credeva dagli antichi, che massime gl’invidiosi ed i maligni facessero col loro guardare, e per cui gli uomini non meno che gli animali diventassero stupidi ed inerti, e dimagrando si consumassero a segno di morire. I Latini dicevano fascinum anche per dire il membro virile. Orazio nell’Epod. od. viii.


Minusve languet fascinum


Credevan eglino, che le stesse cose le quali servivano a far l’incantamento, servissero anche a distruggerlo. Sia d’esempio l’appiccare alle porte delle case gli uccelli di mal augurio per allontanare le sciagure cui si voleva ch’essi predicessero o apportassero. Ora come per ammaliare usavano il membro virile, così l’usavano anche per togliere l’incantesimo, e a tal fine lo appendevano al collo de’ fanciulli a modo di amuleto. Il che anche la loro religione avea confermato, poichè giusta la testimonianza di Plinio al lib. xix. cap. 4 della St. Natur., le porte e gli orti erano consacrate contro le fascinazioni degl’invidiosi; ed i rimedj erano gli eretti peni dei Satiri.

Colei che vinta e stanca ec. La Ninfa Siringa, che fuggendo dalle amorose brame di Pane fu dagli Dei convertita in canna.

Colei che fe’ in Tessaglia ec. Dafne seguita da Apollo, e convertita in lauro.

Salamandra, animale somigliante alla tarantola ed alla lucerta, che ha il tergo sparso di lucenti macchie a guisa di stelle. Aristotele, Plinio ed Eliano recano mirabili cose su la forza del suo veleno. Il nostro Poeta fa la salamandra di natura ignea, e i citati antichi autori la fanno anzi di natura freddissima. Plinio, per omettere le parole degli altri due, al cap. 67 del lib. x. della St. Nat. così scrive: Salamandra, animal lacerti figura, stellatum, nunquam nisi magnis imbribus proveniens et serenitate deficiens. Huic tantus rigor, ut ignem tactum extinguat, non alio modo quam glacies. Convien dunque credere, che qui il Sanazzaro segua l’opinione degli Ebrei, i quali anzi narrano, che la salamandra e nasce dal fuoco, e vive in esso. La qual cosa certamente falsa può averla fatta imaginare il vedere che la salamandra appunto di natura freddissima resiste viva nel fuoco, finchè non ha vomitato tutta la sanie, di cui abbonda. Lo Sponio attesta d’aver ve-