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greggi giaceva, non altrimenti che se una pietra o un tronco stato fosse, quantunque per addietro solesse oltra gli altri pastori essere dilettevole e grazioso: del cui misero stato Selvaggio mosso a compassione, per dargli alcun conforto, così amichevolmente ad alta voce cantando gl’incominciò a parlare.


ANNOTAZIONI

alla Prosa Prima.


Il drittissimo abete, nato ec. Di abete si formato le navi, le quali sostengono poi i pericoli del mare. Quindi Stazio nel lib. vi. lo chiama audace: Hinc audax abies.

L’albero di che Ercole ec. Questo è il pioppo, che albero vien anche appellato semplicemente, come si fa dall’Ariosto nel C. iii. st. 25:


Con un gran ramo d’albero rimondo.


In pioppo furono trasformate Fetusa, Lampetusa e Japezia, e secondo altri Fetusa, Lampezia ed Egla, figliuole di Climene e del Sole, allorchè sulle rive del Po piangevano la caduta e morte di Fetonte loro fratello. Ercole si coronò di frondi di pioppo andando all’inferno per trarne Cerbero. Le foglie divennero pallide dalla parte che toccavano la testa, ed oscure dall’altra parte a cagione del fumo infernale.

Con la orientale palma. Non senza ragione l’Autore nomina qui la palma orientale, essendo questa la più nobile dell’altre, e di tanto valore, che de’ frutti di essa, dicesi, che alcuni popoli facessero vino e pane. La palma inoltre è qui chiamata dolce ed onorato premio de’ vincitori, perchè di fatto veniva data a quelli che vincevano ne’ giuochi Olimpici. Gli antichi solevano dipingere la Vittoria in figura di donna coll’ali forate, e colla palma verde in mano.

Un dritto cipresso, veracissimo imitatore ec. Il cipresso generalmente cresce sì alto che giustamente si può chiamare imitatore delle più alte mete. Questo che l’Autore descrive, era particolarmente sì ben cresciuto, che in esso non solo Ciparisso, ma lo stesso Apollo non si sarebbe sdegnato di essere trasformato. Con che si accenna la favola del bellissimo garzone Ciparisso, figliuolo di Telefo, ed amato da Apollo,