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ANNOTAZIONI

al Proemio.

Vergate nelle ruvide cortecce de’ faggi. Gli antichi scrivevano sopra due scorze d’alberi, cioè sopra la prima scorza, la quale dalla parte esteriore è ruvida, e sopra una seconda scorza sottilissima, che sta sotto alla prima. Sopra la prima scrivevano in due maniere, o nella parte esteriore con un ferro tagliente, e questo si chiamava segnare, o intagliare nelle scorze, ovvero nella parte interiore con uno stilo di osso o di metallo, e questo si diceva propriamente scrivere. Di questa seconda maniera intende qui parlare l’Autore. E sia detto di passaggio, che le scorze di cui usavano gli antichi per iscrivere, d’ordinario erano quelle dell’abete, del faggio, del tiglio, della picea, sorta d’arbore secondo Dioscoride dello stesso genere che il pino, secondo altri quasi del tutto simile al larice.

Nelle rase carte. Per iscrivere prima si usarono le cortecce degli alberi, poi le tavole incerate, finalmente le pelli di capretto, le quali però non si adoperavano a tal uopo se non purgate, rase e pulite colla pomice.

Le incerate canne de’ pastori. Le canne unite insieme colla cera formano l’istromento, che si chiama sampogna, di cui i Poeti fingono esserne stato Pane il ritrovatore; onde Virgilio nell’Eg. 2 dice:


Pan primus calamos cera conjugere plures
Instituit.


Pregiati bossi. Il bosso, o bossolo è un arbore piccolo sempre verdeggiante, il legno del quale è sì duro che va al fondo s’è gittato nell’acqua, e non mai s’intarla. Di esso fannosi i flauti, e qui di fatto si prende la materia per la forma, come fece anche Ovidio nel lib. xiv. delle Metam. scrivendo: Inflati murmure buxi. L’Autore, osserva bene, contrappone le sampogne ai flauti, perchè le prime son fatte dalla natura, e i secondi dall’arte.

Le rozze Egloghe. Egloga viene dal greco ἐκλογὴ, che significa scelta, e Virgilio intitolò Egloghe le sue pastorali poesie, o perchè quelle chi ci tramandò sono le poche ch’egli scelse dalle molte che fece, o perchè sono come la scelta di alcuni versi, cui egli scrisse imitando Teocrito. Nondimeno prevalse poi l’uso di chiamare con tal nome spezialmente le poesie pastorali.

Arcadia. È questa una regione così nominata da Arcade,