insino alle orecchie de’ Romani Consoli han sospinto
il loro stile; sotto l’ombra de’ quali potrai
tu, sampogna mia, molto ben coprirti, e
difendere animosamente la tua ragione. Ma se
forse per sorte alcun altro ti verrà avanti di
più benigna natura, il quale con pietà ascoltandoti,
mandi fuori qualche amica lacrimetta,
porgi subitamente per lui efficaci preghi a Dio,
che nella sua felicità conservandolo, da queste
nostre miserie lo allontani. Che veramente chi
delle altrui avversità si duole, di se medesimo
si ricorda. Ma questi, io dubito, saranno rari,
e quasi bianche cornici; trovandosi in assai
maggior numero copiosa la turba de’ detrattori.
Incontra ai quali io non so pensare quali altre
arme dar mi ti possa, se non pregarti caramente,
che quanto più puoi rendendoti umile,
a sostenere con pazienza le lor percosse ti disponghi.
Benché mi pare esser certo, che tal fatica
a te non fia necessaria, se tu tra le selve,
siccome io ti impongo, secretamente, e senza
pompe star ti vorrai. Conciossiacosachè chi non
sale, non teme di cadere; e chi cade nel piano,
il che rare volte addiviene, con picciolo
ajuto della propria mano senza danno si rileva.
Onde per cosa vera ed indubitata tener ti puoi,
che chi più di nascoso, e più lontano dalla
moltitudine vive, miglior vive; e colui tra’
mortali si può con più verità chiamar beato,
che senza invidia delle altrui grandezze, con
modesto animo della sua fortuna si contenta.