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ALLA

SAMPOGNA.



Ecco che qui si compieno le tue fatiche, o rustica e boschereccia sampogna, degna per la tua bassezza di non da più colto, ma da più fortunato pastore, ch’io non sono, esser sonata. Tu alla mia bocca, ed alle mie mani sei non molto tempo stata piacevole esercizio, ed ora, poichè così i fati vogliono, imporrai a quelle con lungo silenzio forse eterna quiete. Conciossiacosachè a me conviene, prima che con esperte dita sappia misuratamente la tua armonia esprimere, per malvagio accidente dal-