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tenea già la fionda in posta per tirare, vedendolo traversare per salvarsi in un bosco, che dalla man sinistra gli stava, invocò in sua aita i pastorali Dii; e fortissimamente lasciando andare il sasso, volle la sua sorte, che il lupo, il quale con ogni sua forza intendeva a correre, ferì nella tempia sotto la manca orecchia, e senza farlo punto movere, il fe’ subito morto cadere. Onde ciascuno di maraviglia rimase attonito; e ad una voce tutto lo spettacolo chiamò vincitore Partenopeo; e ad Opico volgendosi, che già per la nova allegrezza piangea, si congratulavano, facendo maravigliosa festa. Ed Ergasto allora lieto, fattosi incontro a Partenopeo, lo abbracciò, e poi coronandolo d’una bella ghirlanda di fronde di baccari, gli diede per pregio un bel cavriuolo, cresciuto in mezzo delle pecore, ed usato di scherzare tra i cani, e di urtare coi montoni, mansuetissimo, e caro a tutti i pastori. Appresso a Partenopeo, Clonico, che rotto avea il legame del lupo, ebbe il secondo dono; il quale fu una gabbia nova e bella, fatta in forma di torre, con una pica loquacissima rientro, ammaestrata di chiamare per nome, e di salutare i pastori; per modo che chi veduta non la avesse, udendola solamente parlare, si avrebbe per fermo tenuto, che quella uomo fosse. Il terzo premio fu dato a Fronimo, che con la pietra ferì nell’albero presso alla testa del lupo: il quale fu una tasca da tenere il pane, lavorata di lana mollissima, e di diversi colori: dopo dei quali toccava a Montano l’ultimo pregio, quantunque al tirare stato fosse il primo. A cui Ergasto piacevolmente, e quasi mezzo sorridendo disse: