legato lupo, e disse: Chi per difendersi dalle
pioggie del guazzoso verno desidera un cucullo,
o tabarro di pelle di lupo, adesso con la
sua fionda in quel bersaglio sel può guadagnare.
Allora Clonico, e Partenopeo, e Montano
poco avanti vincitore nel palo, con Fronimo
cominciarono a scingersi le fionde, ed a scoppiare
fortissimamente con quelle: e poi gittate
fra loro le sorti, uscì prima quella di Montano,
l’altra appresso fu di Fronimo, la terza
di Clonico, la quarta di Partenopeo. Montano
adunque lieto, ponendo una viva selce nella
rete della sua fionda, e con tutta sua forza
rotandolasi intorno al capo, la lasciò andare;
la quale furiosamente stridendo, pervenne a
dirittura, ove mandata era; e forse a Montano
avrebbe sovra al palo portata la seconda vittoria,
se non che il lupo impaurito per lo romore,
tirandosi indietro si mosse dal luogo,
ove stava; e la pietra passò via. Appresso a costui
tirò Fronimo, e benchè indrizzasse bene il
colpo verso la lesta del lupo, non ebbe ventura
in toccarla; ma vicinissimo andandole, diede
in quell’albero, e levogli un pezzo della
scorza: e ’l lupo tutto atterrito fe’ movendosi
grandissimo strepito. In questo parve a Clonico
di dovere aspettare che ’l lupo si fermasse; e
poi sì tosto, come quieto il vide, liberò la pietra:
la quale drittissima verso quello andando,
diede in la corda, con che all’albero legato
stava, e fu cagione che il lupo, facendo maggiore
sforzo, quella rompesse. E i pastori tutti
gridarono, credendo che al lupo dato avesse.
Ma quello sentendosi sciolto, subito incominciò
a fuggire; per la qual cosa Partenopeo, che