lungo spazio a correre avuto avessero, Io si arebbe
senza dubbio lasciato dopo le spalle: e
già vincitore Carino poco avea a correre, che
la disegnata meta toccata avrebbe, quando, non
so come, gli venne fallito un piede; o sterpo,
o pietra, o altro, che se ne fosse cagione; e
senza potere punto aitarsi, cadde subitamente
col petto, e col volto in terra: il quale, o per
invidia, non volendo che Logisto la palma guadagnasse,
o che da vero levar si volesse; non
so in che modo, nell’alzarsi gli oppose davanti
una gamba, e con la furia medesma, che colui
portava, il fe’ parimente a se vicino cadere.
Caduto Logisto cominciò Ofelia con maggiore
studio a sferzare i passi per lo libero campo,
vedendosi già essere primo: a cui il gridare de’
pastori, e ’l plauso grandissimo aggiungevano
animo alla vittoria; tal che arrivando finalmente
al destinato luogo, ottenne, siccome desiderava,
la prima palma: e Galizio, che più
che gli altri appresso gli era, ebbe il secondo
pregio; e ’l terzo Partenopeo. Qui con gridi e
romori cominciò Logisto a lamentarsi della fiode
di Carino, il quale opponendogli il piede,
gli avea tolto il primo onore, e con istanzia
grandissima il dimandava. Ofelia in contrario
diceva essere suo, e con ambe le mani si tenea
per le corna il guadagnato ariete. Le volontà
de’ pastori in diverse parti inclinavano;
quando Partenopeo figlinolo di Opico sorridendo
disse: E se a Logisto date il primo dono;
a me, che sono ora il terzo, quale darete? A
cui Ergasto con lieto volto rispose: Piacevolissimi
giovani, i premi, che già avuti avete, vostri
saranno: a me fia licito aver pietà dell’a-