ad alta voce la divina anima, ferono similmente
i loro doni; chi uno agnello, chi uno favo
di mele, chi latte, chi vino, e molti vi offersero
incenso con mirra, ed altre erbe odorifere.
Allora Ergasto, fornito questo, propose i
premj a coloro, che correre volessero; e facendosi
venire un bello e grande ariete, le cui lane
eran bianchissime, e lunghe tanto, che quasi
i piedi gli toccavano, disse: Questo sarà di colui,
a cui nel correre la sua velocità, e la fortuna
concederanno il primo onore. Al secondo
è apparecchiata una nova e bella fischia, convenevole
instrumento al sordido Bacco. El terzo
rimarrà contento di questo dardo di ginepro,
il quale ornato di sì bel ferro, potrà e
per dardo servire, e per pastorale bastone. A
queste parole si ferono avanti Ofelia, e Carino
giovani leggerissimi, ed usati di giungere i cervi
per le selve: e dopo questo, Logisto, e Galizio,
e ’l figliuolo di Opico, chiamato Partenopeo,
con Elpino, e Serrano, ed altri lor
compagni più giovani, e di minore estima: e
ciascuno postosi al dovuto ordine, non fu sì
tosto dato il seguo, che ad un tempo tutti cominciarono
a stendere i passi per la verde campagna
con tanto impeto, che veramente saette,
o folgori avresti detto che stati fossero: e tenendo
sempre gli occhi fermi, ove arrivare intendeano,
si sforzava ciascuno di avanzare i
compagni. Ma Carino con meravigliosa leggerezza
era già avanti a tutti: appresso al quale,
ma di buona pezza, seguiva Logisto, e dopo
Ofelia; alle cui spalle era sì vicino Galizio, che
quasi col fiato il collo gli riscaldava, e i piedi
in quelle medesime pedate poneva: e se più