celli ancora quasi studiosi di superarne, si sforzavano
per tutti gli alberi di quel luogo a cantare;
e i silvestri animali, deposta la solita paura,
come se dimesticati fossero, intorno alla
tomba giacendo, parea che con piacere maraviglioso
ne ascoltassero. E già in questo la vermiglia
aurora alzandosi sovra la terra, significava
a’ mortali la venuta del sole; quando di
lontano a suon di sampogna sentimmo la brigata
venire, e dopo alquanto spazio rischiarandosi
tuttavia il cielo, gli cominciammo a scoprire
nel piano; li quali tutti in schiera venendo
vestiti e coverti di frondi, con rami lunghissimi
in mano, parevano da lungi a vedere
non uomini, che venissero, ma una verde selva,
che tutta insieme con gli alberi si movesse
ver noi. Alla fine giunti sovra al colle, ove
noi dimoravamo, Ergasto ponendosi in testa una
corona di biancheggianti ulivi, adorò prima il
sorgente Sole: dopo alla bella sepoltura voltatosi,
con pietosa voce, ascoltando ciascuno,
così disse: Materne ceneri, e voi castissime e
reverende ossa, se la inimica fortuna il potere
mi ha tolto di farvi qui un sepolcro eguale a
questi monti, e circondarlo tutto di ombrose
selve, con cento altari d’intorno, e sovra a
quelli ciascun mattino cento vittime offrirvi,
non mi potrà ella togliere, che con sincera volontà,
ed inviolabile amore questi pochi sacrificj
nou vi renda; e con la memoria, e con le
opre, quanto le forze si stendono, non vi onori:
e così dicendo, fe’ le sante oblazioni, baciando
religiosamente la sepoltura. Intorno alla
quale i pastori ancora collocarono i grandi rami,
che in mano teneano; e chiamando tutti