Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/19


xiii

Mergellina dalle soldatesche imperiali comandate dal Duca d’Orange, le quali vi apportarono un orribile guasto. Nè concepì un acerbo rancuore, e si vuole che ammettesse nell’animo ancora un sentimento smodato di vendetta in momenti, che sembrano impor silenzio alle passioni, mentre ridotto agli estremi del viver suo, avendo inteso che l’Orange era stato ucciso in battaglia, oltremodo di ciò si compiacque, dicendo che moriva contento, poichè quel pirata aveva portata la pena de’ suoi saccheggi. Anche gli uomini ragionevoli e pii non possono sempre difendersi dal disordine degli affetti.

Il Sanazzaro terminò la sua mortale carriera l’anno 1530, e fu sepolto in una Chiesa da lui eretta sul dorso del ridente Posilipo. I simboli del suo poetico merito rappresentati dalle divinità pagane, e scolpiti sulla sua tomba formano un assai bizzarro contrasto colla santità de’ circostanti oggetti. La sua situazione è vicina alla grotta di Pozzuolo, ove giacque Virgilio, e questa circostanza somministrò il tale epigrammatico all’epitaffio che a lui compose il Bembo nel seguente celebre Distico:

Da sacro cineri flores: hic ille Maroni
Sincerus musa proximus, ut tumulo.

Fu il Sanazzaro affettuoso e leale nell’amicizia, di costumi puri ed illibati, e d’animo liberale nelle opere di pietà e di religione, alla quale consacrò pure l’eleganza della sua penna, come vedremo in appresso.