ricordata da Euripide nel Prologo d’una delle sue Tragedie.
La Delfica, di cui parla Crisippo nel libro della divinazione.
La Cumea d’Italia, nominata da Nevio ne’ libri della guerra
Punica, e da Pisone negli Annali. L’Eritrea nata in Babilonia,
che Apollodoro Eritreo afferma essere stata della sua città,
e aver vaticinato a’ Greci che Troja sarebbe perita, e che
Omero avrebbe scritto cose favolose. La Samia, di cui Eratostene
disse averne trovato menzione negli antichi Annali di
Samo. La Cumana, di nome Amaltea, o come altri vogliono Demofile,
o Erofile. L’Ellespontica, nata nel territorio Trojano,
della quale scrisse Eraclide Pontico essere vissuta a’ tempi di
Solone e di Ciro. La Frigia, che vaticinava in Ancira. Finalmente
la Tiburtina, di nome Albunea, che in Tivoli si onorava
qual Dea, lungo le ripe dell’Aniene o Teverone, nel
cui gorgo narrasi che ne fu ritrovato il simulacro avente in
mano un libro. Fra tutte l’Eritrea, la Cumea d’Italia, la Cumana,
sono le più celebrate. Virgilio fa particolare menzione
della Cumea, perchè coll’ajuto di lei scese Enea all’inferno,
e di nuovo tornò sulla terra. Ella soleva scrivere le sue risposte
sopra foglie di lauro, che da lei venivano distese in
mezzo a cento porte, e per ogni piccolo aere che v’entrava
dentro, le foglie si confondevano, tornandosene que’ che
la consultavano senza risposta. Sembra che il nostro Poeta,
rammentando lo scrivere nelle foglie, di questa e non d’alcun’altra
voglia qui parlare.