Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
147 |
o di ferro, o di piombo, che serviva di giuoco alla gioventù,
a chi più lontano, o a chi più alto la spingeva. Ma al
fiore di cui parliamo, si dà anche un’altra origine. Essendo
egli distinto di certe vene nere, che figurano co’ loro andamenti
le due lettere Greche α ed ι, alcuni dicono che quell’Α ι
fosse un segno de’ lamenti d’Apollo, che uccise Jacinto
nel modo che abbiamo detto; altri dicono, che significhi Ajace,
cioè quell’Ajace Telamonio che per dolore d’aver perduto
in contrasto con Ulisse l’armi d’Achille, si ammazzò da
se stesso; e del suo sangue nacque il medesimo fiore Jacinto.
Croco con l’amata donzella. Croco amò così perdutamente la bellissima donzella Smilace, ed ella parimenti con tale violenza riamò lui, ch’egli per l’impazienza d’amore fu convertito nel fiore dello zafferano, ed ella per l’estenuazione fu cangiata nell’erba del suo nome.
Il vano Narciso. Questi mirandosi in una fonte s’invaghì talmente di se medesimo che per passione si consumò, e venne convertito nel fiore, che Narciso dal suo nome s’appella.