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pastori cantare fra gli armenti, che dopo mille anni sarebbono desiati fra le selve: e stando costui già per cominciare, rivolse, non so come, gli occhi in un picciolo colle, che da man destra gli stava, e vide l’alto sepolcro, ove le reverende ossa di Massilia si riposano con eterna quiete; Massilia madre di Ergasto, la quale fu, mentre visse, da’ pastori quasi divina Sibilla riputata. Onde drizzatosi in piedi disse: Andiamo colà, pastori; che se dopo le esequie le felici anime curano delle mondane cose, la nostra Massilia ne avrà grazia nel cielo del nostro cantare; la quale sì dolcemente soleva un tempo tra noi le contenzioni decidere, dando modestamente ai vinti animo, e commendando con maravigliose lodo i vincitori. A tutti parve ragionevole quello, che Selvaggio disse; e con espediti passi, l’un dopo l’altro, molto con parole racconsolando il piangente Ergasto, vi andammo. Ove giunti, avemmo tanto da contemplare, e da pascere gli occhi, quanto da’ pastori in alcuna selva si avesse giammai; ed udite come. Era la bella piramide in picciolo piano sovra una bassa montagnetta posta fra due fontane di acque chiarissime e dolci, con la punta elevata verso il cielo, in forma di un dritto e folto cipresso; per le cui latora, le quali quattro erano, si potevano vedere molte istorie di figure bellissime; le quali ella medesima, essendo già viva, aveva in onore de’ suoi antichi avoli fatte dipingere, e quanti pastori nella sua prosapia erano in alcun tempo stati famosi e chiari per li boschi, con tutto il numero de’ posseduti armenti: e d’intorno a quella porgevano con suoi rami ombra alberi giovanissimi e freschi,