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fini, ed alle notanti balene. Ma se più tosto la tua nemica ad amarti di costringere tieni in desio, farò venire erbe da tutta Arcadia, e sugo di nero aconito, e la picciola carne rapita dal fronte del nascente cavallo prima che la madre d’inghiottirla si apparecchiasse. E fra queste cose, siccome io t’insegnerò, legherai una immagine di cera in tre nodi, con tre lacci di tre colori, e tre volle con quella in mano attorniando lo altare, altrettante le pungerai il cuore con punta di omicida spada, tacitamente dicendo queste parole:


Colei pungo ed astringo,
Che nel mio cor dipingo.


Appresso avrai alcuna parte del lembo della sua gonna, e piegandola appoco appoco, e così piegata sotterrandola nella cavata terra, dirai:


Tutte mie pene e doglie
Richiudo in queste spoglie.


Da poi ardendo un ramo di verde lauro, soggiungerai:


Così strida nel foco
Chi ’l mio mal prende in gioco.


Indi prendendo io una bianca colomba, e tu tirandole una per una le penne, e gittandole nelle fiamme, seguiterai:


Di chi il mio bene ha in possa
Spargo le carni, e l’ossa.