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rivando, si sentono subito strepiti orribilissimi, fatti divinamente in quel luogo da non veduti spirti, come se mille mila naccheri vi si sonassero. E quivi dentro in quella oscurità nasce un terribilissimo fiume, e per breve spazio contrastando nella gran voragine, e non possendo di fuora uscire, si mostra solamente al mondo, ed in quel medesimo luogo si sommerge; e così nascoso per occulta via corre nel mare, nè di lui più si sa novella alcuna sovra della terra: luogo veramente sacro, e degno, siccome è, di essere sempre abitato dagli Dii. Niuna cosa non venerabile, o santa vi si può giudicare; con tanta maestà e riverenza si offre agli occhi de’ riguardanti. Or quivi, come la candida luna con ritonda faccia apparirà a’ mortali sovra l’universa terra, ti menerò io primieramente a purgarti, se di venirvi ti darà il cuore, e bagnato che li avrò nove volte in quelle acque, farò di terra e di erbe un novo altare, ed in quello, circondato di tre veli di diversi colori, raccenderò la casta verbena, e maschj incensi, con altre erbe non divelte dalle radici, ma secate con acuta falce al lume della nova luna: dopo spargerò per tutto quel luogo acque tolte da tre fontane, e farotti poi discinto, e scalzo d’un piede sette volte attorniare il santo altare: dinanzi al quale io con la manca mano tenendo per le corna una nera agna, e con la destra lo acuto coltello, chiamerò ad alta voce trecento nomi di non conosciuti Dii; e con quelli la reverenda Notte accompagnata dalle sue tenebre, e le tacite Stelle consapevoli delle occulte cose, e la multiforme Luna polente nel cielo, e negli oscuri abissi, e