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gna, che avea acquistati in Lucania larghi possedimenti, e spogliatane poi dalla Regina Giovanna, ritrovavasi allor ch’egli venne alla luce, in assai modesta fortuna per non dir povertà 1. I progressi ch’ei fatti avea negli studj gli apriron l’ingresso nella più verde età all’Accademia, di cui era promotore, e capo il celebre Gioviano Pontano, e in cui egli assunse il nome di Apio Sincero. Ivi nel concorso, e nella emulazione dei dotti uomini, di cui abbondava quel ceto illustre potè ampliare la suppellettile delle sue cognizioni, ed affinare il nascente suo gusto.

Nella età di soli otto anni ei concepì una innocente affezione per Carmosina Bònifacia amabile fanciulla di pari età, colla quale domesticamente vivea. Crescendo negli anni sentì Jacopo accrescersi sempre più questa sua inclinazione, ed intrecciarsi colla vivezza del desiderio, e divenir finalmente una vera passione amorosa. A cui corrispondea la donzelletta, ma con semplice fratellevole benevolenza, che a lui parea rivolta a tutt’altro fine che a quello, cui egli focosamente anelava. Ricorse alla muta favella degli sguardi, e dei sospiri, ma anche ad essa fu la bella insensibile, o per innata bontà, o perchè avesse sì freddo il petto, che amore non sapesse ricevere, o sì saggia fosse che meglio di lui lo sapesse nascondere. Non osò mai di avventurare una dichiarazione; ciò che sembrerà in un mondo corrotto un po’ fuori


  1. Ciò narra egli medesimo nella Prosa vii. della sua Arcadia.