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Molte sono le ragioni, che si arrecano, per le quali la sinistra parte era negli augurii stimata favorevole. Due però sono le principali. Una che i buoni augurii dovendo venire dall’oriente o dal mezzodì, chi prendeva l’augurio, o volgeva la faccia a mezzodì, ed avea a sinistra l’oriente, o teneva la posizione che tiene il sole nel suo corso da oriente in occidente, e allora aveva a sinistra il mezzodì. Onde in ambi i casi la sinistra parte era di buon augurio, come la destra era di cattivo. La seconda, che tutto ciò che per noi riesce dal sinistro lato, è dal destro pel cielo. Nondimeno hannosi molti esempj di felici augurii presi da segni provenienti da mano destra, e in conseguenza d’infelici presi da segni provenienti dalla sinistra parte. Anzi quando negli augurii non si ha alcun riguardo alla posizion nostra per rapporto al cielo, la destra parte pronunzia bene, come la sinistra prenunzia male. Quindi era di mal augurio, intraprendendo un viaggio, il muovere il sinistro piede prima del destro. Per lo che il Petrarca volendo dire che fu sgiaziato nell’amore disse:
Il manco piede
Giovinetto pos’ io nel costui regno,
E generalmente in latino colle voci laeva, sinistra esprimonsi
le cose infauste e cattive, e colla voce dextra le cose buone
e fortunate, e Dii laevi chiamavansi gli Dei inferni, ed occupavano
la destra gli Dei superni. Dopo tutto ciò si comprende
quanto bene Carino prende per felice augurio il venire
di Ursacchio colla ritrovata giovenca dalla destra mano;
non essendoci qui alcun rapporto col cielo, nè con tutto ciò,
che a tal uopo si osserva proveniente dal cielo, come il lampeggiare,
il tuonare, e simili.
Perocchè, com’è il proverbio, nè di lacrime Amore ec. Imitazione del luogo di Virgilio nell’Egl. x.:
Nec lacrymis crudelis amor, nec gramina rivis,
Nec cytiso saturantur apes, nec fronde capellae.
Offerendole ora la fiera testa del setoso cinghiale ec. Anche ciò è preso a Virgilio nell’Egl. vii.:
Setosi caput hoc apri libi, Delia, parvus
Et ramosa Mycon vivacis cornua cervi.
Della mala augurata cornice. Il vedere una cornice, o l’udirne il gracchiare fu sempre preso per mal augurio. Virgilio nell’Egl. i. introduce Melibeo a far attenzione, che le sue sciagure erano state predette da una funesta cornacchia.