Quando però ho creduto, che il prendere
un’annotazione intiera da qualcuno di essi
senza farne un cenno speziale mi potesse essere
ascritto ad ingratitudine, ho posto o per
entro, o in fine il nome di quello, da cui l’ho
presa. So che i Letterati per gustare l’Arcadia
non hanno punto bisogno di annotazioni; ma
io m’imagino, ch’eglino si compiaceranno in
vedere che altri s’affatichi in maniera che la
possano gustare anche i giovani meno instruiti.
Del resto voi mi dovete essere assaissimo
obbligati per aver procurato una cosa all’Edizion
vostra, che certo la renderà preferibile
alle altre; voglio dire l’Elogio del Sanazzaro
scritto dalla facile e castigata penna dell’eruditissimo
Sig. Consigliere Corniani di Brescia.
Io ho letto sovra la nominata Edizione Cominiana
la Vita del Sanazzaro scritta da Giovambattista Crispo; ma non potrei esprimervi
con quanta fatica e noja son io giunto a leggerla
tutta. Egli è vero, che moltissimi errori
del Crispo furono emendati da un Anonimo,
e che tanto gli altri del Crispo, quanto quelli
che di fresco scrisse lo stesso anonimo emendatore, tutti furono corretti a maraviglia dai
Signori Volpi, i quali in ciò fare ebbero, com’essi medesimi confessano, il soccorso di non
pochi amici, e in particolare de’ Signori Fratelli
D. Pier Caterino C. R. S., e Apostolo Zeni, tanto benemeriti della Italiana Letteratura.
Ma qual tedio e qual perditempo non reca
mai il fallire spesso la via, comechè tu ritrovi
di mano in mano chi gentilmente ti riconduce
sul diritto sentiero? Io già pensava,
se le altre mie occupazioni me lo permetteva-