una delle sue men culte provincie. D’altronde allora particolarmente
erano ancor bambine e debili le lettere in Francia, e
già adulte e vigorose in Italia; nè mai qualunque parte della
Francia potrà offrire agli occhi de’ riguardanti le delizie e le
amenità dell’Italia, e massime di quella parte a cui anelava
il Sanazzaro. Circa l’anzianità e preminenza delle lettere Italiane
sovra le Franzesi, senz’estenderci di soverchio,
basti il dire, che nelle sole Poesie Pastorali, tutti i Letterati
leggono ancora con frutto e con piacere le Egloghe Latine
del Pontano, del Sanazzaro e di altri di que’ tempi, non che
quest’Arcadia, che abbiamo fra le mani; ma nissuno nè pure
dei Franzesi legge un Remigio Belleau, quantunque essendo
posteriore al Sanazzaro, abbia preso a questo le migliori
cose, di cui, come di bellissimi fiori, ha sparso le sue
Pastorali Giornate. Chi poi dubitasse, che più vago e più
istruttivo sia il soggiorno in Italia, che in Francia, interroghi
gli Artisti, gli Antiquarj, i Naturalisti, se generalmente
parlando più in Francia che in Italia incontrino ubertà di
suolo, varietà di vedute pittoresche, maraviglie di naturali
fenomeni, maestà di antiche e moderne fabbriche, sublimità
e bellezza di sculture e di pitture, tutto ciò insomma, che
può lusingare l’uomo che ama il diletto, le scienze, le arti.