Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/102

72

nerando nome della sepolta giovane. In quella dunque nacqui io, ove non da oscuro sangue, ma, se dirlo non mi si disconviene, secondo che per le più celebri parti di essa città le insegne de’ miei predecessori chiaramente dimostrano, da antichissima e generosa prosapia disceso, era tra gli altri miei coetanei giovani forse non il minimo riputato: e lo avolo del mio padre dalla Cisalpina Gallia, benchè, se a’ principj si riguarda, dalla estrema Ispagna prendendo origine, nei quali duo luoghi ancor oggi le reliquie della mia famiglia fioriscono, fu oltra alla nobiltà de’ maggiori per suoi propri gesti notabilissimo. Il quale capo di molta gente con la laudevole impresa del Terzo Carlo nell’Ausonico Regno venendo, meritò per sua virtù di possedere la antica Sinuessa con gran parte de’ campi Falerni, e i monti Massici, insieme con la picciola terra sovraposta al lito, ove il turbolento Volturno prorompe nel mare, e Linterno, benchè solitario, nientedimeno famoso per la memoria delle sacrate ceneri del divino Africano; senza che nella fertile Lucania avea solto onoralo titolo molle terre e castella, delle quali solo avrebbe potuto, secondo che alla sua condizione si richiedeva, vivere abbondantissimamente. Ma la fortuna via più liberale in donare, che sollicita in conservare le mondane prosperità, volle che in discorso di tempo, morto il Re Carlo, e ’l suo legittimo successore Lanzilao, rimanesse il vedovo Regno in man di femmina. La quale dalla naturale incostanza e mobilità di animo incitata, agli altri suoi pessimi fatti questo aggiunse, che coloro, i quali erano stati e dal padre, e dal fra-