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nermi dal riferire alcuni versi dell’Epigr. a Nina dello stesso
Sanazzaro, in cui con Catulliana dilicatezza fa pur menzione
del baciarsi delle colombe:
Nolo mormora muta, nolo pictos
Dearum, Nina, basiare vultus:
Sed totam cupio tenere linguam,
Insertum humidulis meis labellis;
Hanc et sugere; morsiunculasque
Molles adjicere; et columbulorum
In morem, teneros inire lusus,
Ac blandum simul excitare murmur.
E tutti Cacco il chiamano. Lacinio è qui chiamato Cacco, perchè si vuol dire dal pastor Serrano, che colui si vivea di ladronecci, non meno che il mostro Cacco, che colle sue ruberie infestò tutta la campagna di Roma, e venne da ultimo ucciso per mano d’Ercole.