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Piemontesi, miei primi maestri negli studi di lettere, l’Abate di Caluso e il Conte Balbo; due de’ miei fratelli siedono tra Voi; ed io, giovane ancora, fui ricevuta in quest’adunanza, che sotto gli auspici del Principe è presentemcntc di gran lode alla patria, come in ogni tempo fu. A Voi dunque, chiarissimi Signori, offerisco l’Opera, che meno immeritevole mi sembra di portare in fronte il titolo di cui mi avete fregiata; e sarebbe vivissimo desiderio mio l’onorare per tal modo la memoria di que' Grandi che