insieme rovesciare le are profane del culto che professarono gli Egizi antichi, distruggendo ad un tempo la possanza dell’Impero d’Oriente presso al Nilo, ed il sacro trono dei proprii Re, che rialzare cercavasi da Isidoro. L’iniquo sacerdote seduce nascosamente il popolo, traviandone una parte dalle vie della possibile felicità; inganna ed acceca il Magistrato romano, detto Prefetto d’Oriente, a cui contrasta il potere, e di cui si mostra al fine del poema aperto nemico, facendosi dal popolo acclamare Stratego, cioè, primo fra' patrii magistrati, essendo sempre egiziano lo Stratego 2. Fra le civiche vicende conduce pur egli