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74 | capitolo ottavo. |
Non si creda, del resto, che sia necessaria una spesa enorme per oliare il mare. La sostanza grassa si dilata con rapidità immensa, dura attorno alla nave anche se questa fugge, e bastano due sacchi pieni di canape imbevuto della materia grassa, e sospesi o a prua, o a poppa, o a babordo o a tribordo, secondo la direzione della nave, per fare un lungo cammino. In mancanza di sacchi, basta far cadere l’olio dagli ombrinali dopo averli mezzo-turati con canape, onde non scorra troppo facilmente.
Si è constatato che in media la spesa subíta da diciassette bastimenti fuggenti in poppa, fu di litri 1,83 per ora, di altri undici di litri 2,70; ma devesi notare che questi fuggivano in direzione del vento, e che quindi l’olio si disperdeva con maggiore facilità.
Le cause che producono questo fenomeno, sono facilissime a spiegarsi.
Non essendo l’olio penetrabile nè all’aria nè all’acqua, la coesione delle sue molecole è tale, che il suo getto non può trasformarsi in pioggia. Il vento non avendo nessuna presa su di esso, lascia intatto lo strato che copre l’acqua, la quale non venendo più urtata si mantiene quasi tranquilla. Tutt’al più subisce gli urti delle onde che si dibattano agli orli dello strato, ma non forma che delle ondulazioni che sono sensibili solamente in pieno mare.
La Nuova Georgia, immersa nello strato oleoso che opponeva una fiera resistenza alle contro-ondate della risacca, quantunque il suo spessore fosse talmente sottile da superare tuttociò che si può supporre (si calcola che sia di 1/90000 di millimetro) rimaneva quasi immobile, essendo rinchiusa fra i bassifondi dell’isola.
I marosi, che il vento sollevava a prodigiosa altezza, si scagliavano rabbiosamente, colle creste bianche di spuma, contro lo spec-