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i frangenti. | 63 |
— Nessuno, signore, — risposero i marinai che si erano aggruppati presso l’albero.
— Non l’avete veduto discendere?
— No.
— Che sia caduto in mare? —
In quel momento un lampo abbagliante ruppe l’oscurità che pesava sull’oceano. Tutti gli occhi si fissarono sulla vela di parrocchetto e tutti videro distintamente che il luogotenente non era più sull’albero.
— Gran Dio! — esclamò il capitano, facendo un gesto disperato.
Si slanciò verso la murata di babordo scrutando le onde e gettò tre tuonanti chiamate:
— Signor Collin!... Dove siete?... Rispondete, in nome di Dio!... —
Anche queste chiamate non ebbero esito migliore delle altre. Il mare ruggiva sempre, il vento urlava e fischiava attraverso l’alberatura e il sartiame, ma nessuna voce umana si udiva mescolarsi alla possente voce della tempesta.
— Perduto!... — esclamò il capitano Hill con accento disperato. — Asthor, viriamo di bordo!...
— La tempesta incalza, signore, e le onde ci assaliranno sui fianchi, — disse il vecchio marinaio.
— Bisogna tentare di salvarlo.
— Badate, signore, che metterete a pericolo la nave.
— Non importa, Asthor; tutto si deve tentare per salvarlo. Ai bracci delle vele voialtri e pronti per virare!... —
Era una pazzia il voler virare di bordo con quell’uragano che assaliva furiosamente la Nuova Georgia. Le onde potevano irrompere sul suo fianco, spostare il carico della stiva e rovesciarla; ma il capitano Hill era un uomo di gran cuore, che amava molto i suoi