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52 | capitolo quinto. — gli antropofagi ec. |
acquosi, poichè non si era pensato che l’acqua è appena compressibile e che anche sotto le più potenti pressioni la sua densità è minima. Io so che recenti esperimenti hanno dimostrato che la pressione è così leggera da non essere d’impedimento nemmeno ai pesci che hanno l’abitudine di vivere alla superficie dei mari. Ed infatti, se questa forza fosse così enorme come si credeva, come vivrebbero i crostacei che abitano il fondo degli abissi marini? Bisognerebbe che fossero più solidi del ferro, mentre non lo sono affatto.
— La dimostrazione è chiara, padre mio. Ma... to’, piove.
— Il tempo si mette male. Ritirati, Anna, chè fra breve avremo un uragano dei più furiosi, e il ponte sarà spazzato dai colpi di vento. —
Infatti il tempaccio si avanzava rapidamente, invadendo la vôlta celeste e sconvolgendo il grande Oceano Pacifico, che stava per smentire ancora il suo tranquillo nome datogli da Magellano.
L’equipaggio era tutto salito in coperta pronto a sostenere la lotta, e si vedeva interrogare con ansietà le nubi e le onde. Quei lupi di mare presentivano una fiera tempesta. Solo il naufrago, che stava sempre seduto a prua su di un ammasso di cordami, pareva tranquillo e sogghignava ad ogni muggito delle onde, fissando con due occhi di fuoco il tenente Collin quasi che meditasse un sinistro progetto.