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gli antropofagi dell'oceano pacifico. 49


— È orribile!

— Ma storico, Anna. Del resto anche oggidì di quando in quando giunge la notizia di scene di cannibalismo avvenute fra naufraghi. Le cronache marinaresche sono piene di sì orribili pasti, fortunatamente consigliati non dalla golosità, ma dalla fame.

— I selvaggi dicono che è eccellente la carne umana? — chiese il tenente, che da qualche minuto assisteva alla conversazione.

— Tutti sono d’accordo nel lodare il gusto squisito e la delicatezza della carne umana; però dicono che quella della razza bianca è amara e troppo salata.

— Speriamo allora che ci risparmino, se abbiamo la disgrazia di cadere nelle loro mani.

— Troveranno qualche mezzo per farci diventare eccellenti, signor Collin, — disse il capitano ridendo. — Io so che gli isolani delle Figii hanno un modo speciale per ingrassare i loro prigionieri e renderli più succulenti.

— Compiango i compagni di Bill se hanno avuto la sfortuna di cadere, in questo frattempo, nelle loro mani. Purchè non sia invece una mezza fortuna.

— Perchè, tenente? — chiese il capitano sorpreso.

— M’intendo io, signor Hill.

— Spiegatevi, — disse miss Anna.

— Non ora.

In quel momento dietro di loro si udì una specie di grugnito. Il naufrago stava a tre soli passi di distanza, e forse aveva inteso le parole del tenente.

Fortunatamente per lui, nessuno lo vide fissare sul tenente due occhi che mandavano cupe fiamme e stringere i pugni con tale forza, da farsi entrare le unghie nelle carni.