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le bizzarrie di bill. 43


— Gode molta fiducia a bordo?

— Quanta ne gode Asthor che naviga da vent’anni col capitano Hill, e forse di più.

— È vero che è il fidanzato di miss Anna?

— Non l’ho mai saputo e non lo credo.

— Dimmi, camerata, si crede realmente che io sia un povero marinaio che ha avuto la disgrazia di naufragare?

— Per Bacco! Non vi abbiamo raccolto in pieno mare, su di una zattera?

— È vero, ma mi pare che il signor Collin mi guardi con certa diffidenza.

— È un uomo sospettoso il tenente, ma non credo che abbia motivi per diffidare di voi. Toglietevi simili ubbie dal capo.

— Hai ragione, camerata. Sono pazzo a credere che a bordo della Nuova Georgia mi si veda di cattivo occhio. Buona notte! —

Il naufrago attraversò lentamente il ponte colla fronte aggrottata e le braccia incrociate strettamente sul petto. Pareva assai pensieroso e preoccupato.

Nel passare dinanzi al grande boccaporto si fermò ad ascoltare le tigri, che mandavano dei profondi brontolii.

— Hanno fame, — mormorò con voce sorda. — Eppure carne ve n’è qui per tutt’e dodici.

Poi retrocesse lentamente verso prua e fissò gli occhi sulle nubi, che correvano disordinatamente pel cielo.

— La tempesta, — mormorò, — sarà fatale per qualcuno. —

Represse un triste sorriso che gli spuntava sulle labbra, e sparve nella camera di prua.