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42 capitolo quarto.


contemplavano con ammirazione quel fenomeno che è frequente, come abbiamo detto, in quelle regioni, ma che è pur sempre tanto bello. Perfino il naufrago si era lentamente alzato e curvato sul bordo del legno; ma invece d’uno sguardo di ammirazione, quello strano uomo aveva lanciato un cupo sguardo su lo scintillante mare, ed aveva fatto un gesto di dispetto gettando nel tempo istesso una sorda imprecazione.

A poco a poco però quel fenomeno si allontanò in direzione dell’est e la nave, che filava lentamente in senso contrario, rimase nuovamente avvolta fra dense tenebre che i fanali di prua non erano sufficienti a rompere.

Il naufrago che era tornato a sedersi a prua, quando vide scintillare il mare in lontananza, si alzò lentamente e cogli occhi parve che cercasse qualcuno. Lo stesso gesto di dispetto che aveva fatto prima lo ripetè, non vedendo sul ponte nè il capitano Hill, nè miss Anna, nè il tenente.

Una profonda ruga gli si disegnò sulla fronte e rimase lì come perplesso. Vedendo però passare un giovane marinaio che aveva allora allora lasciato la camera di prua e che non aveva assistito alla brusca interrogazione del signor Collin a proposito dell’isola di Norfolk, lo fermò dicendo:

— Ehi, camerata, che ora abbiamo?

— Devono essere le dieci, — rispose il marinaio.

— Chi degli ufficiali è di guardia per il primo quarto?

— Asthor, il pilota.

— E il signor Collin?

— Monterà la guardia della mezzanotte.

— È un bravo ufficiale il signor Collin?

— Bravissimo, ve lo assicuro.