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le bizzarrie di bill. 35


— Ehi! Amico! — disse il capitano che aveva osservato con la più viva curiosità quella bizzarra scena. — Per caso, sareste voi un domatore di belve? —

Il naufrago a quella domanda si scosse e fece un gesto di dispetto, ma che subito represse. Alzò il capo verso il boccaporto e salutò i due comandanti.

— No, signore, — rispose poi, sforzandosi di sorridere.

— Vi conosce forse quella tigre?

— Nemmeno, quantunque ne abbia incontrate parecchie durante i miei viaggi.

— Eppure si direbbe che la tigre è stata magnetizzata da voi.

— Non lo credo, capitano.

— Vi dico che avete uno sguardo che affascina. Guardate! Anche le altre belve non si muovono più e strisciano in fondo alle gabbie come se avessero paura di voi.

— Voi scherzate, signore, — rispose il marinaio con tono brusco, che nascondeva un mal celato dispetto.

— Vi rivedremo alla prova; ma perchè avete lasciato la vostra cabina?

— Ho udito dei ruggiti e sono sceso qui per vedere da che cosa provenivano.

— Volete salire in coperta? Se vi sentite un po’ meglio, venite a respirare una boccata d’aria fresca.

— Grazie, capitano. —

Il naufrago che pareva si fosse pienamente rimesso, salì abbastanza lesto la scala e comparve sul ponte. Nello scorgere miss Anna si arrestò come stupito fissando su di lei un acuto sguardo che mandava strani bagliori; ma vedendosi osservato dall’equipaggio e dal capitano, scosse il capo come se volesse