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bill preso. 243


Poi rapido come il lampo si trasse dalla giubba una pistola già montata e la puntò contro il capitano; ma Grinnell che gli stava accanto lo fece stramazzare al suolo con una calciata di fucile. Il colpo partì, e la palla si perdette altrove.

— Sii maledetto! — ruggì il forzato.

— Legatelo — disse Collin.

I marinai si gettarono su Bill e lo legarono strettamente, non ostante la sua disperata resistenza. Asthor prima lo frugò facendo piovere dalle tasche i biglietti rubati nella cabina del capitano.

— Stanno meglio nelle saccocce del suo proprietario che nelle tue — disse il pilota. — E poi, ai forzati che vanno alle isole di Norfolk il denaro è inutile, vecchia canaglia.

— Ritorniamo — disse Collin. — La notte cala e la via è lunga.

Ad un suo cenno quattro selvaggi levarono Bill e lo trasportarono giù dalla montagna.

Asthor prima di lasciare la vetta guardò in giù, nelle sottostanti pianure e vallate. Nel fondo, presso la collina, alla cui base aprivasi la caverna, egli scorse dei fuochi giganteschi brillare fra gli alberi.

— Guarda — disse rivolgendosi a Grinnell che lo precedeva.

— I selvaggi banchettano colla carne bianca — rispose il marinaio.

— Buon appetito! — gridò Asthor.

E questa fu l’orazione funebre dei compagni dell’infame Bill, degli evasi dal penitenziario delle isole di Norfolk!