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bill preso. | 239 |
— È toccato! — gridò Collin.
— Attenti alle teste! — tuonò Asthor.
Un macigno del peso di mezzo quintale scendeva rimbalzando giù per i fianchi della montagna, schiantando sul suo passaggio i cespugli ed i tronchi dei piccoli alberi. Passò a soli cinque metri dalla piccola banda.
— Non hai l’occhio giusto, Mac Bjorn! — gridò Asthor.
— Si fa quello che si può — rispose il bandito col suo solito accento beffardo.
— Ma noi faremo di più pel tuo collo, brigante! — gridò Collin.
— Se mi troverete vivo!...
— Avanti, ma attenti ai sassi e alle palle — disse il capitano.
— Un momento, signore — disse Asthor, fermandolo. — Ora gli manderò uno dei miei confetti. —
A rischio di ricevere una palla nel cranio, s’arrampicò sull’albero che fino allora lo aveva protetto, si pose a cavalcioni di un ramo, procurando di confondersi fra il fogliame e puntò la carabina mirando con profonda attenzione.
Un minuto dopo premeva il grilletto. La detonazione fu seguìta da un secondo grido.
— Ci sei? — chiese Asthor.
Nessuno rispose; ma poco dopo si udì una voce fioca, ma ancora beffarda che diceva:
— Ho avuto il mio avere!...
— Ha dell’audacia quel manigoldo! — esclamò Collin pieno di stupore. — È una disgrazia che sia una canaglia di tre cotte.
— Ma Bill, dove sarà? — chiese il capitano.
— Sarà morto — disse Asthor.
— O a quest’ora fugge — rispose Collin.