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14 capitolo secondo.


Destinata dapprima a servire d’incrociatore nella marina repubblicana, era stata in seguito venduta al capitano James Hill di Boston, il quale cercava appunto in quel tempo una solida nave per esercitare il traffico nell’Oceano Pacifico, traffico molto difficile ma assai vantaggioso, specialmente allora.

Il capitano Hill, un marinaio vero nel più largo senso della parola, che aveva fatto quattordici volte il giro del mondo, era audace quanto si può immaginare, forte come un toro, risoluto in qualsiasi pericolo. Aveva preso con sè la propria figlia miss Anna, rimasta orfana della madre, aveva arruolato il luogotenente Collin suo antico compagno, venti scelti marinai e si era avventurato fra le isole della Polinesia e della Melanesia non punto spaventato della trista fama, che hanno gl’isolani, grandi amatori di carne umana cotta allo spiedo e con la salsa verde.

Aveva fatto sette viaggi fortunati, ed ora aveva cominciato l’ottavo con quel pericoloso carico, che però egli era sicuro di condurre intatto a Melbourne, insieme con le sete destinate alle bellezze australiane.

Ma il destino, come vedremo in seguito, aveva deciso altrimenti!

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Portato nel quadro di poppa lo sconosciuto raccolto sulla piccola zattera, il capitano si era affrettato a discendere in compagnia della figlia, mentre il luogotenente risaliva sul ponte per resistere alla tempesta che da due giorni si scagliava rabbiosamente contro il grande veliero.

Il vecchio Asthor stava strofinandogli vigorosamente le membra con uno straccio di lana inzuppata di gin e cercava di fargli introdurre nella bocca, strettamente chiusa, alcune gocce di generoso