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il naufragio della «nuova georgia.» 185


estendendosi sopra la nave e sopra un gran tratto dell’oceano circostante.

— Che cosa succede, padre mio? — chiese Anna nel colmo della sorpresa.

Il capitano non rispose. Fissava attentamente quella strana nube che continuava a discendere, lasciando cadere sul ponte e sull’attrezzatura delle tele d’una leggerezza unica, di cui talune misuravano perfino venti metri e parevano formate da un solo filo bizzarramente intrecciato.

— Ah! — esclamò ad un tratto ridendo. — Noi assistiamo ad uno dei più curiosi fenomeni e che non è tanto comune.

— A quale? — chiesero Anna e Fulton.

— A una emigrazione di ragni — rispose il capitano.

— A una emigrazione di ragni! — esclamò la giovanetta con tono incredulo.

— Sì, Anna.

— Ma sono tele di ragno queste?

— Non ti pare?

— Hai ragione; quantunque siano bianchissime, e abbiano una forma speciale e mi sembrino più resistenti.

— Ma io non vedo nessun ragno — disse Fulton.

— I ragni emigratori o aeronauti sono tanto piccoli, che si stenta a vederli; ma se tu osservi bene, li troverai fra le loro tele — disse il capitano. — Il fenomeno non è nuovo, ed è stato più volte osservato dagli scienziati.

— Ma che ragni sono? — chiese Anna che andava di sorpresa in sorpresa. — E perchè intraprendono simili strane emigrazioni?

— A quale specie appartengano non lo saprei dire, come pure ignoro i motivi che li spingono ad abbandonarsi alle correnti aeree.