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sul rottame. 177


— Continua, Anna.

— Gli chiesi cosa volesse, e mi rispose che voleva salvarmi. Non sapendo ancora chi egli precisamente fosse, ed ignorando che era d’accordo coi suoi compagni, aprii e vidi che teneva in mano la cassetta contenente i tuoi valori. Solo allora la benda mi cadde dagli occhi.

«Cosa avete rubato?» gli chiesi.

«I dollari di vostro padre» mi rispose egli sogghignando. "Ho pensato che possono servire più a me che agli altri."

«Andatevene, o vi uccido!» gridai io, mostrandogli la pistola.

Egli si mise a ridere dicendomi:

«Me ne andrò, ma insieme con voi, perchè io vi amo!...»

«Andatevene!» ripetei alzando l’arma.

«Ah!... Ah!...» esclamò egli ironicamente. «La colomba si crede forte, ma io sono uno sparviero che non ha paura.»

Fece atto di gettarsi addosso a me. Avevo l’arma alzata; tesi il braccio, feci fuoco e richiusi la porta barricandomi dentro col tavolo.

Lo sentii mandare un grido di dolore, poi s’allontanò imprecando, e dal modo che camminava compresi che l’avevo ferito, poichè s’arrestò più volte sulla scala.

— Miserabile! — esclamò il capitano. — Ora comprendo tutto... egli ti amava!... Sì... mi ricordo che ti guardava sempre in istrana guisa e che ti seguiva ognora pel ponte... Egli si era proposto di rubarmi la nave e te insieme, capisci!... Quale trama infernale!... Mio Dio!...

— Ma chi credi che siano quegli uomini?

— Dei forzati, Anna, degli evasi dal penitenziario dell’isola di Norfolk! Sia maledetto il giorno in cui raccolsi quell’uomo mo-